Il primo convegno della Fondazione Life on Mind per aiutare chi soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare
Milano, 23 novembre – Parlare di disturbi alimentari oggi offre l’opportunità di conoscere da vicino una delle principali forme di depressione moderna che riguarda sempre di più adolescenti e bambini ma anche molti adulti. Ed è proprio dagli adolescenti che è cominciato il convegno Le parole impossibili – Il legame tra Disturbi Alimentari (DCA) e disagio contemporaneo organizzato dalla Fondazione Life on Mind con la media partnership del Sole 24 Ore e Radio24 con l’introduzione di Anna Ogliari, Professoressa Associata Psicologia Clinica Università Vita Salute San Raffaele che ha aperto l’evento con un focus sull’adolescenza e sul crescente disagio dei nostri giovani. “La rivoluzione dell’adolescenza che parte dal corpo e guida un cambiamento che avviene anche nel cervello” afferma la Prof.ssa Ogliari, “un passaggio, quello dell’adolescenza, che riguarda soprattutto l’immagine corporea, lo sviluppo identitario e i confini che ogni adolescente mette rispetto al mondo esterno. C’è un corpo che cambia e un cervello che si adegua, quello dell’adolescenza è il luogo tipico della disregolazione.”
In Italia, i DCA stanno colpendo un numero crescente di adolescenti, con una prevalenza maggiore tra le ragazze rispetto ai ragazzi. Si stima che tra il 5% e l’8-10% delle ragazze e circa lo 0,5-1% dei ragazzi ne siano affetti. Complessivamente, in Italia i DCA interessano più di 3 milioni di persone, con un’incidenza particolarmente alta tra i giovani dai 13 ai 25 anni. Si osserva un preoccupante abbassamento dell’età d’esordio, che inizia spesso già a 12 anni o anche prima in casi più rari.
Ed è proprio dell’epidemia silenziosa dei DCA che la Fondazione Life on Mind ha deciso di occuparsi tramite attività di prevenzione, clinica e ricerca come ha raccontato Maurizio Colombo, Presidente della Fondazione Life on Mind: “Una Fondazione che nasce dalla volontà dei soci fondatori di Sapio in occasione dei suoi 102 anni di storia e anche da un impegno già molto forte verso le persone, verso temi sociali importanti. Una Fondazione che ha deciso di occuparsi delle persone ponendo attenzione alla salute mentale, in particolari ai Disturbi Alimentari. Una realtà, quella della Fondazione Life on Mind, che nasce per lavorare insieme al Sistema Sanitario Nazionale e alle strutture già presenti sul territorio al fine di creare una rete di supporto concreta e tempestiva.”
Dopo un focus sui servizi della Fondazione e sulle sue attività nell’ambito dei DCA, il Dottor Colombo ha sottolineato l’impegno della Fondazione nel garantire una continuità di cura e supporto, fondamentale sia per i pazienti che per le famiglie: dall’ambulatorio di Legnano alle attività nelle scuole fino poi ad arrivare all’apertura di una clinica residenziale per il trattamento dei DCA nella città di Busto Garolfo.
Un approfondimento sulla clinica è stato poi fatto da Yuri Melis, Direttore Clinico della Fondazione Life on Mind, che ha raccontato come “Un DCA non è solo una questione di cibo, ma è un rifiuto categorico del soggetto nel rapporto con l’Altro, un chiamarsi fuori dalla relazione con la sua esistenza e i suoi legami. Consapevole di questo, la Fondazione è spinta da un’etica condivisa che si muove tesa a creare una nuova possibilità, a farsi che quel soggetto possa rinnovare e ritrovare un proprio sguardo verso il suo futuro.”
Carlo Monzillo, Direttore Generale della Fondazione Life on Mind, ha poi sottolineato come la “Fondazione Life on Mind sia un luogo uno spazio interiore, uno spazio esterno”. Un luogo dove le parole diventano parte della cura. Fondazione orientata nel costruire spazi dove abita la parola che accoglie famiglie e pazienti. Creare punti di riferimento che abbiano un’origine culturale e un presupposto clinico.
Aurora Caporossi, Founder di Animenta e Responsabile Comunicazione Fondazione Life on Mind ha raccontato come i DCA non siano solo una questione di cibo: “Il DCA diventa l’espressione di un dolore profondo non traducibile a parole. Entrare nel vaso di Pandora, riprendendo il titolo del mio intervento, significa osservare l’invisibile che caratterizza i Disturbi Alimentari e che non sempre riusciamo a vedere e riconoscere. È questo vaso di Pandora che dobbiamo aprire per conoscere le storie di chi vive un DCA e capire cosa si nasconde dietro queste malattie.”
L’evento si è chiuso con il cortometraggio di Carolina de’ Castiglioni, attrice e regista, l’Ospite Ingombrante che ha posto l’attenzione sul linguaggio nascosto dei disturbi alimentari: “Una persona non è bulimica ma soffre di bulimia. Il linguaggio nei Disturbi Alimentari diventa essenziale per riconoscere la persona oltre la malattia e costruire un’identità propria al di là del Disturbo Alimentare”.